lunedì 30 luglio 2012

Ecco perché l’IOC non commemorerà mai il massacro di Monaco ’72.


di Guri Weinberg (pubblicato il 27 Luglio 2012 su FoxNews.com)



Recentemente sono state rilasciate nuove informazioni sul Massacro di  Monaco alle Olimpiadi del 1972 da parte della polizia tedesca a seguito di pressioni dei reporter investigativi tedeschi. Fu detto che i terroristi del ‘Settembre Nero’  furono aiutati da un gruppo di nazisti in Germania per ottenere documenti falsi, armi e l’accesso al Villaggio Olimpico.

Questo non fu tanto shockante, dato che il capo dell’IOC nel ’72 era Avery Brundage, un simpatizzante Nazi e anti-semita.Ma il supporto ai Nazi e al dittatore spagnolo Francisco Franco, di Juan Samaranch, (Il suo protetto )fu tenuto come uno sporco segreto. Molti membri del IOC conoscevano la verità ma mantennero il silenzio perché lui organizzò uno stile di vita regale per loro – con i soldi sottratti allo sport.

Un altro fatto interessante è che Abu Iyad, uno dei co-fondatori del PLO, ha detto pubblicamente che la ragione per cui  il ‘Settembre Nero’ scelse le Olimpiadi del 1972 come palcoscenico per il loro piano fu che le richieste del PLO al IOC per l’inclusione della delegazione palestinese ai Giochi Olimpici furono completamente ignorate. Questo affronto del IOC arrivò in un momento in cui la tensione  ribolliva in Medio Oriente. Eppure, dopo aver incitato il PLO, l’IOC  rifiutò la richiesta del governo israeliano per la sicurezza degli atleti.

Nel 1996 io, insieme con altri orfani di Monaco e tre delle vedove , fui invitato per la prima volta ai giochi olimpici di Altanta. Prima della cerimonia d’apertura,  incontrammo Alex Gilady. Gilady era stato un membro della Commissione di Radio & Televisione dell’IOC fin dal 1984 ed era stato il vice presidente senior della NBC Sports dal 1996.

Io conoscevo Mr.Gilady fin da bambino; infatti, io ero cresciuto con sua figlia. Egli in passato  ci aveva sostenuto per quanto riguardava il nostro appello per un momento di silenzio durante le cerimonie di apertura, così arrivammo lì con alte speranze.

Gilady ci informò che il minuto di silenzio non era possible perchè se l’IOC avesse fatto un minuto di silenzio per gli atleti israeliani, avrebbe dovuto fare lo stesso per i Palestinesi morti durante I giochi olimpici del 1972.

Mia madre disse “Ma non morì nessun atleta palestinese allora” e Gilady rispose “Bhe, ci furono palestinesi che morirono alle Olimpiadi del ‘72”
Sentii una delle vedove dire a Gilady “Sta mettendo sullo stesso piano l’omicidio di mio marito e i terroristi che l’anno ucciso?”
Ci fu silenzio.

Poi Ilana Romano scoppiò in un grido che mi perseguita ancora oggi. Lei urlò a Gilady “Come TI PERMETTI! Tu SAI cosa loro hanno fatto a mio marito! Lo hanno lasciato a terra e giacere per ore, lasciandolo morire lentamente e poi l’hanno finito castrandolo e infilandoglielo in bocca, ALEX!”

Io guardai il volto di Gilady che se ne stava lì, senza alcuna emozione in viso. Quest’ uomo conosceva gli atleti personalmente. Quest’uomo LED la delegazione dei media israeliana ai giochi olimpici del 1972 e ha visto quest’atrocità in prima persona. 

Quest’uomo ha visto la morte di mio padre, nudo, gettato fuori dal Villaggio Olimpico per far sì che tutto il mondo vedesse.
 Senza un minimo di empatia, Gilady si congedò dal nostro incontro.

Fu quello il momento in cui capii che l’IOC non ci stava allontanando a causa della loro resistenza alla politica. Piuttosto, era dovuto alle specifiche politiche di cui l’IOC si faceva ancora apparentemente portatore. Sulla base della sua storia del sostegno nazista, l’avidità e il sangue sulle loro mani per aver incitato il PLO, loro non avrebbero mai sostenuto gli atleti israeliani.

Ora, io ho un messaggio per i membri dell’IOC. La torture inflitte dal ‘Settembre Nero’ agli 11 atleti israeliani e alle loro famiglie durarono 48ore. Le vostre torture alle famiglie e alla memoria di questi stimati atleti perdura da 40anni. Io non sono soddisfatto da un momento di silenzio in ogni cerimonia di apertura dei Giochi Estivi. Ora i voglio che voi tutti perdiate i vostri lavori e rimpiazzati da veri Olimpici che si preoccupano degli atleti e che credono nella Carta Olimpica.

La minaccia del IOC che mi segue non mi spaventa più. Quando non hai più dignità, non hai nient’altro da perdere. Per cui, membri dell’IOC, il mio nome è Guri Weinberg e sono il figlio di Moshe Weinberg, l’allenatore wrestling ucciso alle Olimpiadi del 1972. E non me ne vado.


Fonte: Foxnews.com

Nessun commento:

Posta un commento